Othmane Amajou

Mi sento italiano

Amajou nasce in Marocco nel 1980 e si trasferisce a Carrù nel 1994 all’età di 14 anni con un ricongiungimento familiare tramite il Padre. Nel 1996 si trasferiscono a Bra dove finisce la sua esperienza scolastica e inizia a lavorare come saldatore con il padre, per poi spostarsi nell’ambito culinario aprendosi una pizzeria kebab.

Le prime differenze che Amajou riscontra tra Italia e Marocco è che l’Italia è verde fertile mentre il Marocco è giallo e secco, inoltre in Italia è tutto confezionato mentre il Marocco è quasi tutto venduto da piccoli commercianti.

Durante la scuola in Italia l’intervistato nota che alcuni bambini vengono bullizzati e lui cerca di difenderli in quanto in Marocco si è abituato a difendersi dai bambini più grandi.

Attraverso il disegno Amajou riesce ad esprimere le sua personalità e grazie alla scuola di disegno che ha frequentato in Marocco, riesce a farsi apprezzare a scuola, dove ancora oggi hanno dei suoi disegni appesi.

Il primo piatto italiano che assaggia è pasta burro e salvia e gli piace immediatamente, le melanzane sono le sue verdure preferite e la cucina italiana della carne lo affascina. Amajou dopo 23 anni in Italia si sente Italiano al 100% ma non possiede la cittadinanza per problemi di tempo e burocratici. Quando deve rinnovare il permesso di soggiorno si rifiuta come forma di protesta in quanto si sente più italiano che marocchino.

L’immigrato non lo è mai per scelta ma per obbligo, sia per problemi di occupazione che economici. Il padre di Amajou scappa dal Marocco e paradossalmente arriva in Italia dove gli viene concesso il diritto di pregare nelle pause lavorative, cosa negatagli in Marocco.

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