Granai della Memoria Granai della Memoria - The Granaries of Memory

Universita di Scienze Gastronomiche Slow Food


Claudia Boggio

La Piattella canavesana di Cortereggio

Claudia Boggio, classe 1982, è una giovane coltivatrice della “Piattella canavesana di Cortereggio”. È questa un’antica varietà di fagiolo bianco tipica di Cortereggio, un piccolo borgo rurale del Canavese. Claudia si sofferma nella sua testimonianza su alcune particolarità della Piattella, a partire dal peculiare sistema di coltivazione tradizionale: la pianta di fagiolo viene infatti coltivata in consociazione ad una antica cultivar canavesana di mais: il Pignoletto rosso.
La difficoltà di coltivazione nel corso della seconda metà del Novecento fece decadere quasi del tutto la coltivazione della Piattella, che è stata poi ripresa a partire dal 2010 grazie all’intraprendenza di un gruppo di agricoltori di Cortereggio, fra cui Claudia Boggio, sostenuti da Slow Food che ne ha fatto un proprio Presidio. La coltivazione viene effettuata nel rispetto di un impegnativo disciplinare, che diventa garanzia di un prodotto di eccellenza dell’agricoltura canavesana.
Nel suo racconto Claudia Boggio si sofferma sull’intera filiera di produzione e commercializzazione del fagiolo bianco di Cortereggio, illustrando le modalità di confezionamento del prodotto, all’interno di barattoli di vetro che garantiscono una corretta conservazione del prodotto. Nel corso dell’intervista vengono poi illustrati i principali usi della Piattella: per la preparazione della Tofeja (o Pignatta), tipico piatto invernale della gastronomia canavesana a base di fagioli e cotiche di maiale, ma anche di minestroni e insalate. Se ne ricorda infine l’impiego diffuso nella preparazione delle rituali fagiolate carnevalesche.
Nella parte terminale della propria testimonianza Claudia Boggio narra dal proprio punto di vista la leggenda e la devozione a San Besso, un santo il cui culto è confinato in Val Soana, ma presente anche a Ivrea e a Ozegna, località quest’ultima poco discosta da Cortereggio. Robert Hertz, il fondatore della moderna antropologia alpina, dedicò a questa devozione un saggio dal titolo Saint Besse. Étude d’un culte alpestre (comparso nella “Revue de l’histoire des religions” del 1913 e poi tradotto in italiano nel volume La preminenza della destra e altri saggi, Torino, Einaudi, 1994). Nella sua ricerca Hertz mise in evidenza l’esistenza di un “San Besso della montagna” in opposizione a un “San Besso della pianura”. La testimonianza di Claudia Boggio su questo taumaturgico santo canavesano si può quindi mettere in relazione alle numerose altre testimonianze, presenti nella sezione “Feste e cerimonie” dei Granai della Memoria, dedicate appunto a San Besso. 

Dati intervista

Testimoni della memoria

Claudia Boggio

Data di nascita: 03-07-1982
Città: Chivasso
Scuola: Scuola superiore
Professione: Agricoltore
Lingue parlate: Italiano

Riferimenti e fonti

Bibliografia:

Aa.Vv. (2012), Guida ai Presìdi Slow Food: per scoprire i prodotti che raccontano l’Italia, le osterie che li cucinano, mangiare e dormire dai produttori, Bra, Slow Food editore.
 
Belletti P., Nada E. (1995), Variabilità isoenzimatica in fagiolo comune (Phaseolus vulgaris L.),  "Italus Hortus", vol. II, n. 3, pp. 39-46.
 
Piccinino F. (2013), Una gran Piattella, in “Barolo&Co.”, XXXI, n. 1, pp. 104-105.

Sitografia:

http://piattellacortereggio.altervista.org/ 

http://it.wikipedia.org/wiki/Tofeja


Scheda di: Gianpaolo Fassino
Video di: Luca Percivalle
Creato il: 26-06-2013

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