Granai della Memoria Granai della Memoria - The Granaries of Memory

Universita di Scienze Gastronomiche Slow Food


Gianluca Santino

Il covo della pecora

 La Sambucana è comparsa sulle montagne dell’occitana Valle Stura, in provincia di Cuneo, nel XVIII secolo e si è subito adattata ai pascoli d’alta quota. È una pecora di taglia medio-grande, con una groppa larga e muscolosa e arti fini, solidi, non molto lunghi. La testa è leggera, senza corna, priva di lana, il muso è leggermente montonino, le orecchie leggermente divaricate. La lana è bianco paglierina (solo rari esemplari hanno il vello nero e una piccola macchia a stella sul capo) e la coda – sottile e lanosa – arriva fino ai garretti.
La Sambucana è preziosa per la lana, ma soprattutto per la carne. Gli agnelli sono macellati a un’età che va dai 45 ai 60 giorni (tra i 18 e i 25 chili di peso circa).
La maggior produzione cade nel periodo natalizio, ma c’è anche, in valle, la tradizione di consumare l’agnello già a partire dalla fine di ottobre, quando le macellerie mettono in vendita l’agnellone (tardun) nato alla fine della primavera e alimentato con il latte materno e l’erba degli alpeggi.
La carne dell’agnello Sambucano è compatta, sapida, saporita, poco grassa e ricca di proteine. Bartolo Bruna, chef del ristorante-albergo Pace di Sambuco, è il maestro delle ricette a base di questo agnello. Lo prepara al forno con il rosmarino, in crosta di pane, con i topinambour, e poi cucina le frattaglie di agnello: il fegato in padella, il paté di fegato con le castagne e la finanziera sono solo alcuni esempi delle sue interpretazioni del Sambucano.
 

Dati intervista

Informazioni geografiche

Nazione: IT

Regione: Piemonte

Città: Pietraporzio

Provincia: CN

Altitudine: 1246m s.l.m.

Collegamenti e allegati

Testimoni della memoria

Gianluca Santino

Data di nascita: 29-10-1986
Lingue parlate: italiano

Scheda di: Andrea Icardi
Video di: Andrea Icardi
Creato il: 25-10-2014

Questo video fa parte del seguente archivio
Presídi Slow Food

Presídi Slow Food

L'archivio raccoglie le testimonianze di piccoli produttori, contadini, pastori, pescatori e artigiani impegnati da anni nella lotta per il recupero di saperi e sapori inscindibilmente legati a territori spesso marginali. Uniti nel riconoscere un valore universale alla biodiversità e alla varietà di culture, intesi come elementi direttamente connessi all’alimentazione, questi uomini combattono strenuamente i modelli economici proposti dalla grande distribuzione dalle forze economiche che tutto omologano nel nome della modernità e dell’efficienza. Archivio promosso dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità.

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