Giuseppe Pidello

Il presidio del "Burro a latte crudo dell'alto Elvo"

Classe 1965 Biellese ed originario della Valle Elvo, oltre ad essere architetto ed occuparsi dell’ecomueseo di La Trappa è un buongustaio ed e qui a descrivere Il burro che fa parte di presidi della valle ed è ottenuto per affioramento di latte crudo da 2 mungiture. Spiega del presidio Latte Vivo, i quali nel loro manifesto fanno di buono, pulito e giusto un via da seguire , e sostengono anche finanziariamente i produttori. Il presidio è composto da 3 produttori (chiamato latte vivo ) ed è stato di aiuto per la filiera produttiva, in quanto i produttori negli ultimi anni prima del presidio , hanno abbandonato la produzione di burro per quella di formaggio ( il Macagno) o “Toma grassa”, ora invece sono tornati alle vecchie tradizioni producendo toma magra ( non è toma ma viene chiamata così) e ricotte di varie forme stagionate con erbe e affumicate. La produzione di questo burro è limitata (1000kg anno aprile – ottobre) ed è molto diverso da quello estivo, meno ricco di grassi e più biancastro, caratteristica che lo rende più apprezzabile nelle stagioni calde Al di là della sua qualità in passato era usato come merce di scambio per l’affitto degli alpeggi e per piccoli baratti. Non manca di raccontare la tradizione locale di benedire il burro in primavera; (chiamato il burro della Madonna). Usato per benedire, ma anche come unguento nella medicina ayurveda, uso interno ed esterno. C’è un detto che dice,” se abbiamo risolto il problema del burro possiamo sistemare anche questo” ricorda durante l’intervista ma neanche egli sa esattamente spiegarci la vera origine o il vero significato di questo detto usato dagli anziani. Il suo legame affettivo con il territorio parte dalla memoria, perché si ricorda delle classiche colazioni con il burro di quando era bambino , burro ed acciughe oppure pane e burro , i malgari lo usavano anche nel caffè, e cita l’esempio del Tibet dove i pastori lo usano anche nel thè. Il territorio, e l’antico monastero di La Trappa (monaci trappisti scappati alla rivoluzione francese) il quale fa parte dell’ecomuseo dal 1998, sono descritti da lui come un patrimonio ed una risorsa da usare per valorizzare il territorio. Sono proprio l’utilizzo di saperi tradizionali che hanno aiutato il mantenimento dei paesaggi e della valle, evitando l’avanzamento incontrollato del bosco. L’idea di ideare un percorso tra ecomusei, e progetti con scuole per riscoprire i sentieri, valorizzarli e ripulirli, sono in atto da qualche tempo, ad esempio( la Linea Insubrica, segnalata da ometti di pietra) ed hanno il potenziale di portare il turista nel loro territorio e mostrare i prodotti sostenibili della vallata.

Questo video fa parte del seguente archivio
Slow Food Presidia

Slow Food Presidia

The collection brings together the testimonials of small producers, farmers, fishermen, shepherds, and artisans, who have fought for years for the return to the knowledge and tastes that are forever tied to marginal lands. Brought together by their will to confer universal value to the biodiversity and variety of cultures as elements directly connected with food, these men and women fight economical models proposed by large retailers who homologate everything in the name of modernity and efficiency. Archive promoted by Slow Food Foundation for Biodiversity.

Other video