Granai della Memoria Granai della Memoria - The Granaries of Memory

Universita di Scienze Gastronomiche Slow Food


Carlo Angelini

Il vero tartufaio rispetta le piante e non corre alle fiere

Carlo Angelini, detto Il Carlón, nasce ad Ozzano nel 1939. Impara ad andare a tartufi intorno ai 18 anni ma smette quando si sposa e si trasferisce in città per lavoro. Riprenderà quando ritorna a vivere in campagna e ad oggi coltiva un appezzamento di piante da tartufi con il fratello e il cugino. 

Questa testimonianza è particolarmente rilevante per scoprire le regole del mondo dei tartufi, Carlo ci racconta dell’etica del vero tartufaio, di come ci si dovrebbe comportare cosa che ormai fanno in pochi. Sottolinea che, a causa del sempre crescente prezzo, le cose sono cambiate. 

Carlo racconta di un mondo del tartufo che ormai non esiste più, quando i tartufi si prendevano sotto l’aratura e i contadini vendevano i tartufi per potersi permettere di comprare le acciughe per la bagna cauda. Ora invece, si lamenta, non chiudono più neanche i buchi, si va a tartufi con il fuoristrada, rovinando i prati e non rispettando i contadini

Quest’intervista è stata realizzata nella primavera del 2015 nell’ambito di una ricerca antropologica finalizzata alla redazione di una tesi di laurea dal titolo Alchimie del "Tartufo in Monferrato. Storie di Uomini e Cani", discussa presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Indice del video

  1. La riserva tartufigena famigliare
  2. Oggi sono tutti tartufai ma di terreni liberi ce ne sono pochi
  3. Non c'è più un'etica: non si rispetta il lavoro degli altri
  4. L'inizio: il padre andava a tartufi ma il cane ubbidiva solo a lui
  5. Nel '79 sono tornato ad abitare in campagna e ho riniziato ad andare a tartufi
  6. Oggi vado a tartufi nella riserva di mio cugino e sui terreni dei contadini vicini
  7. Il tartufaio era un contadino che vendeva tartufi per comprare acciughe per la bagna cauda
  8. I tartufi monferrini finiscono ad Alba per il profumo non per la bellezza
  9. Non trovi sempre i tartufi, la passione ti fa andare avanti
  10. Il tartufo impiega molto tempo a formarsi
  11. Le arature estive tirano fuori il tartufo verde
  12. Calendario e proverbi sul tartufo
  13. Se tagli i rami basse delle piante queste non fanno più tartufi
  14. Il tartufo nero patisce i trattori perchè è più superficiale
  15. Come tenere una tartufaia: il prato
  16. Tartufo nero e bianco e nocciolo tra Langhe e Monferrato
  17. La luna conta molto ma bisogna andare tutti i giorni
  18. Il cane fa tutto: le differenze tra i cani
  19. Il cane e i tartufi profondi
  20. Le caratteristiche del cane: basta che abbia 4 zampe
  21. Quando il tartufo profuma di più
  22. Si va di notte per non farsi vedere, perchè di giorno si lavora e per passione
  23. Sempre meno posti e sempre più tartufai
  24. Una pianta nella Valle Ghenza e i sentieri
  25. Coprire i buchi per non farsi scoprire ma i cani bravi li segnano
  26. Il vero tartufaio rispetta le piante e non corre alle fiere
  27. Ci sono troppe riserve, si è rovinato il sistema
  28. Non chiudono i buchi e rovinano i campi con i fuoristrada

Dati intervista

Informazioni geografiche

Nazione: IT

Regione: Piemonte

Città: Ozzano Monferrato

Provincia: AL

Altitudine: 246m s.l.m.

Collegamenti e allegati

Testimoni della memoria

Carlo Angelini

Data di nascita: 29-04-1939
Città: Casale Monferrato
Professione: Pensionato
Lingue parlate: Italiano, dialetto piemontese

Scheda di: Giorgia Francia
Video di: Giorgia Francia, Luca Percivalle
Creato il: 16-05-2015

Questo video fa parte del seguente archivio
Il Tartufo Bianco

Il Tartufo Bianco

L’archivio racconta il tartufo bianco, conosciuto per i suoi sapori e aspetti mondani, ma pressoché ignoto nella sua veste culturale e identitaria che ha plasmato generazioni di raccoglitori. La ricerca realizza un substrato di conoscenze documentato attraverso decine di interviste: elementi storici, antropologici, rituali e miti riguardanti questo prezioso fungo, considerato ancora oggi, per molti versi, un mistero notturno. Il progetto è stato promosso dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, l’Associazione Nazionale “Città del Tartufo”, il Centro Nazionale Studi Tartufo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

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