
Renato Agnello
Cercatore di tartufi da 6 generazioni
Ha conosciuto l'epoca dei trifulai nati contadini. Negli anni della seconda guerra mondiale si faceva la fame. Il contadino lavorava di giorno ed andava a tartufi la notte per fare un po' di soldi e secondo lui è proprio da lì che deriva la tradizione di andare per tartufi durante la notte.
Ha anche potuto vedere certi cambiamenti che hanno reso la crescita dei tartufi più rara: "nella nostra zona, c'è stato un grande danno nelle tartufaie data dalla coltivazione dei vigneti, dove c'era un bosco,infatti, oggi hanno disboscato e piantato le vigne, non ci sono più le piante a tartufi." Ma ci dice anche che il fattore climatico ha portato ad un cambiamento perchè piove di meno e c'è stata un'evoluzione nella manutenzione del terreno (per esempio l'utilizzo più frequente di trattori) che rende la terra più compatta e più soggetta a dei cedimenti.
Il suo sogno sarebbe di andare nelle scuole elementare con altri trifulai per sensibilizzare i bambini a piantare degli alberi a tartufi nei giardini per preservame la crescita.
L'intervista è stata raccolta da Jacqueline Cavazza, Valeria Dogliotti e Odile Pécoud nell'ambito di un lavoro di ricerca etnobiologica coordinato dal prof. Andrea Pieroni presso l'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.
Indice del video
- I nomi del tartufo in piemontese
- La
- La
- Il melanosporum
- Il marzaruolo o bianchetto e il nero dolce di quercia
- Il tartufo è buono quando è profumato, se non lo cogli marcisce e non fa spore
- 4 motivi per andare di notte a tartufi: secondo mestiere e tradizione
- Ci sono meno distrazioni e c'è più umidità nell'aria
- La notte per passare inosservati
- La vigna intensiva ha tolto il bosco che produce tartufi
- Neve, pioggia e nebbia sono fondamentali per il tartufo
- I tartufai sono aggrappati al territorio, bisogna difendere la terra
- Il terreno, le piante e la micorizzazione
- Roero, terra sabbiosa, tartufo rotondo
- lo scavo: da pochi di profondità centimetri a un metro
- Il padre, il mercato del sabato e Giacomo Morra
- Conservare il tartufo: ieri sabbia nella terracotta oggi scottex nel frigo
- Il pioppo e il tiglio producono tartufi dopo 15 anni, la quercia dopo 30
- Il tartufo è prodotto dalla simbiosi di terra, aria, clima
- Il tartufo è imprevedibile
- Andar per tartufi è una malattia: una poesia in dialetto
- Età e tecniche di addestramento del cane
- Qualità del tartufo e stagionalità
- Dopo 40 anni stesso posto stesso tartufo, ma non è sempre così...
- La maturazione del tartufo e il vento per trovarlo
- La luna e i giorni del tartufo
- Posti esclusivi e gelosie
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Piemonte
Città: Diano d'Alba
Provincia: CN
Altitudine: 496m s.l.m.
Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Diano_d%27Alba
Renato Agnello
Anno: 1939
Lingue parlate: Italiano
Scheda di: Luca Percivalle
Video di: Jacqueline Cavazza, Valerio Dogliotti, Odile Pécout
Creato il: 09-06-2011
Questo video fa parte del seguente archivio
Il Tartufo Bianco
Il Tartufo Bianco
L’archivio racconta il tartufo bianco, conosciuto per i suoi sapori e aspetti mondani, ma pressoché ignoto nella sua veste culturale e identitaria che ha plasmato generazioni di raccoglitori. La ricerca realizza un substrato di conoscenze documentato attraverso decine di interviste: elementi storici, antropologici, rituali e miti riguardanti questo prezioso fungo, considerato ancora oggi, per molti versi, un mistero notturno. Il progetto è stato promosso dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, l’Associazione Nazionale “Città del Tartufo”, il Centro Nazionale Studi Tartufo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.