Granai della Memoria Granai della Memoria - The Granaries of Memory

Universita di Scienze Gastronomiche Slow Food


Elda Lussiana

Allevatrice e produttrice del formaggio "Cevrin di Coazze"

Elda Lussiana, classe 1971, è discendente di una famiglia di Coazze da "sempre" produttori di formaggio Cevrin, dal 2000 divenuto presidio Slow Food. Dai racconti del nonno di Elda anche Camillo Benso Conte di Cavour apprezzava il Cevrin, andando lui stesso a comprarne le forme. Negli anni '70-'80 invece questo formaggio ha rischiato di scomparire, il suo odore forte non veniva apprezzato dai consumatori e al contempo l'industrializzazione e l'abbandono della montagna allontanava i giovani dai pascoli alpini. Oggi sono solo cinque le aziende aderenti al Consorzio "Produttori di Cevrin di Coazze".

La nascita di questo formaggio si deve proprio alle  peculiarità socio economiche della Val Sangone. Un tempo le famiglie possedevano solo qualche capra e qualche mucca, non grandi mandrie, ed andando al pascolo in alta montagna nei mesi estivi vi rimanevano per 3 o 4 mesi senza mai fare ritorno a valle.  Le piccole quantità di latte munto quotidianamente venivano così mescolate dando origine al Cevrin. Per la stagionatura venivano utilizzate delle piccole grotte già esistenti sotto le rocce per conservare il giusto equilibrio di freschezza ed umidità del formaggio.

Dati intervista

Informazioni geografiche

Nazione: IT

Regione: Piemonte

Città: Giaveno

Provincia: TO

Località: Fornello

Altitudine: 0m s.l.m.

Collegamenti e allegati

Testimoni della memoria

Elda Lussiana

Data di nascita: 23-08-1971
Città: Avigliana (TO)
Professione: Agricoltore
Lingue parlate: Italiano

Scheda di: Gianpaolo Fassino, Luca Percivalle
Video di: Luca Percivalle
Creato il: 23-09-2013

Questo video fa parte del seguente archivio
Presídi Slow Food

Presídi Slow Food

L'archivio raccoglie le testimonianze di piccoli produttori, contadini, pastori, pescatori e artigiani impegnati da anni nella lotta per il recupero di saperi e sapori inscindibilmente legati a territori spesso marginali. Uniti nel riconoscere un valore universale alla biodiversità e alla varietà di culture, intesi come elementi direttamente connessi all’alimentazione, questi uomini combattono strenuamente i modelli economici proposti dalla grande distribuzione dalle forze economiche che tutto omologano nel nome della modernità e dell’efficienza. Archivio promosso dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità.

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