Granai della Memoria

Vittorio Giampietro, immigrato da Napoli nel 1968, all’età di 22 anni, per andare a lavorare alla Fiat, racconta il suo difficile impatto a Torino e il trasferimento a Volvera, dove troverà alloggio, dopo 3-4 anni, e conoscerà una ragazza che sposerà nel 1975.
Ricorda quindi il suo ingresso alla Fiat, negli anni dei continui scioperi e i sindacati che cercavano di tesserare i nuovi assunti; sottolinea di essere riuscito a integrarsi bene nello stabilimento e instaurando buoni rapporti con i capireparto e i capiofficina; all’interno della Fiat poteva praticare attività sportive, per le quali gli veniva retribuito un certo numero di ore. Rammenta che mentre altri giovani scialavano tutto lo stipendio, lui cercava invece di risparmiare, mangiando nella camera dove viveva e preparandosi il “baracchino” (prima che fosse aperta la mensa).
Torna ad accennare al suo terribile viaggio in treno da Napoli a Torino, in piedi, con tanta gente che arrivava nel capoluogo piemontese, senza conoscere la città, né sapere dove andare.
Evidenzia che il suo modo di vestire elegante (con capi non di serie, ma fatti confezionare da sarti e camiciaie) e diverso dagli altri, era oggetto di ammirazione; infatti la moda arrivava, a suo giudizio, prima al sud rispetto al nord Italia.
Sottolinea anche la carenza dei mezzi di trasporto per andare a lavorare, che lo costringeva ad alzarsi alle 4 e mezza del mattino, e le condizioni climatiche avverse con fitte nebbie e freddo pungente. Proprio per questo, parecchi immigrati dal Meridione non resistettero, tornando al luogo d’origine.