Granai della Memoria Granai della Memoria - The Granaries of Memory

Universita di Scienze Gastronomiche Slow Food


Mario Cerato

Il baracchino è il mio vessillo

Mario inizia il suo percorso in una boita, una piccola azienda artigiana, che come tante altre era nata in fretta e furia al pian terreno o nel seminterrato di un'abitazione. In tale contesto sperimenta sulla sua pelle l'asprezza di un orario lavorativo di 11 ore giornaliere per 6 giorni a settimana, assimilabile alla schiavitù. La boita in cui aveva trovato occupazione non aveva locali adibiti al consumo del pasto per cui ci si limitava a mangiare un panino accanto alle macchine da lavoro.
Nel 1962 entra in FIAT: grande come una cattedrale, rumorosa per il vociare di un'infinità di persone! Il racconto di Mario si concentra molto sul tema della condivisione, dei rapporti sociali con i propri colleghi e in particolare con i superiori, con i quali ha sempre mantenuto, al minimo, rapporti di civiltà se non di amicizia, senza tradire il suo ruolo di sindacalista.
Il racconto di Cerato è carico di nostalgia per gli anni trascorsi in mezzo a una massa di persone che hanno condiviso la gioventù, le aspirazioni, le lotte per i diritti. Oggi Mario ha appeso il suo baracchino al muro "come i generali hanno le loro spade, io ho il baracchino, il simbolo delle mie lotte!"  

Dati intervista

Informazioni geografiche

Nazione: IT

Regione: Piemonte

Città: Torino

Provincia: TO

Altitudine: 239m s.l.m.

Collegamenti e allegati

Testimoni della memoria

Mario Cerato

Data di nascita: 19-12-1943
Città: Panaclieri
Professione: Pensionato

Scheda di: Luca Percivalle, Luca Ghiardo
Video di: Luca Ghiardo, Davide Porporato
Creato il: 03-03-2016

Questo video fa parte del seguente archivio
Fame di lavoro. Storie di gastronomie operaie

Fame di lavoro. Storie di gastronomie operaie

L’archivio raccoglie storie di operai che hanno vissuto gli anni della transizione del sistema produttivo piemontese, avviato nelle piccole boite di paese e maturato nei grandi impianti industriali. Il focus della narrazione è il momento del pasto, trasportato e consumato nei barachin, piccole gavette metalliche che l’introduzione delle mense prima, e le crisi economiche degli anni Novanta hanno ormai definitivamente allontanato dalla nostra memoria.

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