Granai della Memoria Granai della Memoria - The Granaries of Memory

Universita di Scienze Gastronomiche Slow Food


Aldo Alessandria

Cercatore di tartufi bianchi d'Alba

Aldo Alessandria, classe 1968, è un cercatore di tartufi moderno che con la sua famiglia fa le ricerche nei paesaggi bellissimi delle colline delle Langhe. Suo padre non era trifulao, lui ha imparato tutto da suo zio. A volte, riceve delle persone famose, come degli attori, o dei personaggi della televisione italiana e gli mostra la vita dei trifulai e come viene fatta la ricerca.

Possiede molti cani che ha addestrato lui stesso. Ne ha avuti di razze differenti, anche dei bastardini, ma per lui, la razza ha poca importanza perché secondo lui, la relazione che uno intrattiene con il suo cane è la cosa più importante nella ricerca dei tartufi. Questo rapporto deve essere di fiducia reciproca, di complicità. Un buon cane da tartufi sarà sempre ottimo per fare delle ricerche ma non ricercherà mai tanto bene con altri quanto con il suo padrone.

Ci dice che, più fa freddo fuori, più il tartufo scende nella terra per proteggersi contro i geloni, e sarà quindi profondo; tanto che può scendere fino ad un metro sotto terra col passare dei mesi. A dicembre, scavare un tartufo sotto la neve può pretendere qualche ora di lavoro, ma ne vale la pena perché più il tartufo è profondo, maggiore è la sua qualità.
Nelle Langhe la ricerca è piacevole e la passione è grande, sopratutto per il paesaggio, ma lo si deve preservare; per questo si devono avere piccoli accorgimenti allo scopo di salvaguardare la natura che ci circonda, tenendo i boschi puliti e proteggendo gli alberi simbionti.

L'intervista è stata raccolta da Jacqueline Cavazza, Valeria Dogliotti e Odile Pécoud nell'ambito di un lavoro di ricerca etnobiologica coordinato dal prof. Andrea Pieroni presso l'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. 

Questo video fa parte del seguente archivio
Il Tartufo Bianco

Il Tartufo Bianco

L’archivio racconta il tartufo bianco, conosciuto per i suoi sapori e aspetti mondani, ma pressoché ignoto nella sua veste culturale e identitaria che ha plasmato generazioni di raccoglitori. La ricerca realizza un substrato di conoscenze documentato attraverso decine di interviste: elementi storici, antropologici, rituali e miti riguardanti questo prezioso fungo, considerato ancora oggi, per molti versi, un mistero notturno. Il progetto è stato promosso dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, l’Associazione Nazionale “Città del Tartufo”, il Centro Nazionale Studi Tartufo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

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