
Sante Paglialunga
La ricerca del tartufo con la mosca
Sante Paglialunga comincia ad appassionarsi del tartufo nella piccola località di San Martino di Sellano. “Mio nonno andava a tartufi, mio padre no”, tutto ciò suscita in lui una curiosità che si è immediatamente mescolata alla bellezza del tartufo e delle giornate dove il sole è in perfetta sintonia con la natura.
Allora, non avendo cani utilizzava la cosiddetta “frasca”: una pratica che portava lì dove si vedeva muoversi la mosca marroncina (mosca del tartufo), estasiata dall’esplosione di profumo del tartufo.Oggi sottolinea come l’addestramento dei cani sia una parte fondamentale della ricerca in connessione alla capacità dell’uomo di riconoscere tartufaie, ai saperi legati alla luna e alla cosiddetta “callafredda”(calda-fredda), un fenomeno atmosferico piovoso che produce uno sbalzo termico durante le afose giornate di agosto.
Indice del video
- Ho imparato da mio nonno a cercare la mosca sul tartufo con "la frasca"
- Come si addestra un cane da tartufi
- Scegliere un cane in base al suo sesso
- Il "Grifo nero di Valnerina" il cane autoctono
- Con "la frasca" si andava di frodo
- Riconosco i luoghi dove nascono i tartufi
- Fasi lunari
- Si va per tartufi anche con la neve
- Come si conserva il tartufo. Il tartufo come regalo
- L'avvelenamento del cane
- Tartufo e sesso
- La "gallafredda" lo sbalzo termico nel mese di agosto dopo un violento temporale
- Periodo di raccolta e tipologia di tartufi
- Le molte tipologie di "zappetta" per estrarre il tartufo
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Umbria
Città: Sellano
Provincia: PG
Frazione: San Martino
Altitudine: 640m s.l.m.
Sante Paglialugo
Data di nascita: 25-07-1954
Città: Sellano (PG)
Professione: Pensionato
Lingue parlate: Italiano
Scheda di: Luca Percivalle, Pietro Schellino, Alessandro Ditommaso
Video di: Luca Percivalle, Remo Schellino
Creato il: 21-10-2015
Questo video fa parte del seguente archivio
Il Tartufo Bianco
Il Tartufo Bianco
L’archivio racconta il tartufo bianco, conosciuto per i suoi sapori e aspetti mondani, ma pressoché ignoto nella sua veste culturale e identitaria che ha plasmato generazioni di raccoglitori. La ricerca realizza un substrato di conoscenze documentato attraverso decine di interviste: elementi storici, antropologici, rituali e miti riguardanti questo prezioso fungo, considerato ancora oggi, per molti versi, un mistero notturno. Il progetto è stato promosso dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, l’Associazione Nazionale “Città del Tartufo”, il Centro Nazionale Studi Tartufo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.