
Fabrizio Fia
Storie di tartufi e di cani
Fabrizio Fia, classe 1970, è un cercatore di tartufi che ha appreso questa passione da suo nonno, quando ancora era un bambino.
Il rapporto tra cercatore e cane è al centro dell'intervista. Fabrizio Fia descrive le tecniche dell'addestramento dei cani, dalle primi fasi di vita degli animali. I cani sono addestrati attraverso il gioco della ricerca di gallette, bocconcini e formaggio per poi essere portati nei boschi alla scoperta dei tartufi. Lo stesso cercatore è spesso l'addestratore di questi animali che guidano la ricerca.
Fabrizio Fia racconta anche di altre tecniche di ricerca, come quella con il bastone, e di come le fasi lunari guidino la cerca.
Indice del video
- Presentazione
- L'addestramento del cane
- La scelta del cane
- Una passione maschile e femminile
- La ricerca con il bastone
- Le piante tartufigene
- Il tartufo più grande che ho trovato
- Le fasi lunari
- La conservazione del tartufo
- Un profumo non un odore
- I tartufi li mangio, li vendo e a volte li regalo
- L’avvelenamento di un cane
- Si vive un momento bellissimo nell’andare per tartufi
- La morte del proprio cane
- I nomi dei cani
- Vorrei riuscire ad andare per tartufi fino all’età di 80 anni
- Il tartufo tipico dell'Alta Langa
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Piemonte
Città: Farigliano
Provincia: CN
Altitudine: 263m s.l.m.
Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Farigliano
Fabrizio Fia
Data di nascita: 24-06-1970
Lingue parlate: Italiano
Scheda di: Luca Percivalle, Michele Fontefrancesco
Video di: Remo Schellino
Creato il: 23-12-2014
Questo video fa parte del seguente archivio
Il Tartufo Bianco
Il Tartufo Bianco
L’archivio racconta il tartufo bianco, conosciuto per i suoi sapori e aspetti mondani, ma pressoché ignoto nella sua veste culturale e identitaria che ha plasmato generazioni di raccoglitori. La ricerca realizza un substrato di conoscenze documentato attraverso decine di interviste: elementi storici, antropologici, rituali e miti riguardanti questo prezioso fungo, considerato ancora oggi, per molti versi, un mistero notturno. Il progetto è stato promosso dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, l’Associazione Nazionale “Città del Tartufo”, il Centro Nazionale Studi Tartufo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.