Domenica Battaglia
A quattordici anni in risaia. La testimonianza di una mondina
A quattordici anni, Domenica Battaglia, ha iniziato a lavorare in risaia come mondina. Nell'intervista, Domenica racconta il lavoro e la vita quotidiana delle donne che trapiantavano, mondavano e falciavano il riso, la durezza delle mansioni, le infezioni che potevano insorgere, ma anche gli amori che nascevano in risaia e i momenti di riposo e di spensieratezza.
Oltre a lavorare nei campi, la sua famiglia allevava carpe e tinche, un'attività economica complementare ma molto impegnativa che suo padre e suo fratello potevano svolgere in cambio di sorvegliare gratuitamente, notte e giorno, il livello dell'acqua nelle camere di riso. Domenica rievoca la piccola baracca di legno sugli argini delle risaie in cui il padre si trasferiva da inizio aprile a fine ottobre, le attività legate all'allevamento dei pesci e gli uccelli predatori - aironi, cormorani e corvi - che bisognava allontanare perché non sottraessero il pesce allevato.
La sua intervista rappresenta dunque anche un'importante testimonianza sulla piscicoltura in risaia, nel modo in cui era praticata negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
Indice del video
- La mia famiglia
- Il paese è molto cambiato
- A 14 anni, ho iniziato ad andare a mondare
- Bisce, moscerini e "boie"
- Il trapianto del riso
- Mondine locali e mondine di fuori
- Usavano la crema Biancardi per non sembrare delle mondine
- In risaia, nascevano anche degli amori
- Bisognava tagliare il riso per le trebbiatrici e poi farlo essiccare sull'aia
- Ti facevano cantare per sentir meno la stanchezza
- C'era rivalità con le squadre di mondine che venivano dall'esterno
- Le carpe venivano messe in risaia, le tinche invece venivano da sole
- Le sanguisughe
- Sull'allevamento dei pesci in risaia
- Sorvegliare i pesci e scacciare i predatori
- Due tipi di acquaioli
- Si falciava il riso fino a fine ottobre, inizio novembre
- Una volta, il terreno era tutto a buche
- Arare e zappare la terra
- Pesce fritto, rane e anguille
- Le baracche di legno in risaia
- Allevare i pesci era impegnativo
- Spaventare gli aironi e i cormorani
- Ora, in campagna, si fa tutto con le macchine
- Il viale di platani di Livorno Ferraris
- Un tempo, di alberi, ce n'erano a migliaia...
- Le piante selvatiche commestibili: papaveri e luppolo
- In risaia, c'era anche un'erba cattiva che faceva infezione
- Le cascine erano piene di gente
- "Se otto ore vi sembran poche, provate voi a lavorare..."
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Piemonte
Città: Livorno Ferraris
Località: Cascina Colombara
Domenica Battaglia
Anno: 1938
Città: Vercelli
Professione: Pensionato
Lingue parlate: italiano
Sitografia:
Scheda di: Annalisa D'Orsi
Video di: Annalisa D'Orsi, Luca Ghiardo
Creato il: 27-09-2024
Questo video fa parte del seguente archivio
Storie di riso
Storie di riso
Il cibo è una fondamentale risorsa per l’uomo e la sua salute, sia attraverso l’apporto di nutrienti, sia per la capacità di incarnare tratti della cultura umana che giocano un ruolo di primo piano per il nostro benessere.
Ogni territorio ha costruito nel tempo originali modalità attraverso le quali rapportarsi ai frutti della sua terra, arricchendoli di rituali, significati simbolici e consuetudini culinarie. Molta parte di queste relazioni è andata perduta in seguito agli anni del boom economico, con l’esodo dalle campagne verso i centri urbani, con l’avvento di un’agricoltura per la produzione di massa e da ultimo con la globalizzazione dei mercati e il conseguente impoverimento del patrimonio di biodiversità ed etnodiversità.
Scopo di questo archivio è raccogliere testimonianze relative al principale areale di produzione risicola in Europa, ovvero la Pianura Padana, e indagare, attraverso l’analisi di fonti testuali e testimonianze raccolte sul campo, sia ciò che sopravvive di tale patrimonio, sia i modi in cui si è evoluto ed è giunto a noi, prestando un’attenzione particolare ai nessi espliciti ed impliciti che legano cibo e salute.