Granai della Memoria Granai della Memoria - The Granaries of Memory

Universita di Scienze Gastronomiche Slow Food


Pacifico Aina

Cascina Dulcamara

Pacifico Aina, architetto, racconta la storia di Cascina Dulcamara, azienda agricola biologica fondata insieme alla moglie, la traduttrice Luisella Magnoni: le motivazioni delle loro scelte, la sfida della sostenibilità economica, la fatica di acquisire terra per poterla coltivare, il piacere di essere circondati da piante spontanee e animali selvatici. Nel tempo, l'azienda è passata dalla coltivazione di ortaggi alla frutticoltura (mele, noci, nocciole), fino all'integrazione dell'apicoltura e del riso.

Nel racconto di Pacifico emerge anche la storia dell'agricoltura biologica nel novarese, la trasformazione del paesaggio agrario e la grave desertificazione ambientale prodotta dalla monocoltura industriale del riso nel loro territorio. Lo sguardo portato nei confronti degli agricoltori convenzionali è, tuttavia, anche di comprensione per la difficile situazione economica in cui si trovano oggi, in un contesto in cui le sovvenzioni pubbliche sono soprattutto destinate alle industrie che vendono mezzi meccanici, sementi e prodotti agrochimici e chi coltiva direttamente la terra ha perso sapere e autonomia decisionale.

Cascina Dulcamara è fra le quattro aziende fondatrici di Polyculturae, associazione nata per favorire un'organica collaborazione con le università e la ricerca scientifica e offrire ai consumatori, con il marchio "Bioveritas", delle garanzie in materia di agroecologia e biodiversità, .

Indice del video

  1. Come siamo diventati agricoltori
  2. Dall'orticoltura alla frutticoltura
  3. Oggi l'azienda coltiva anche cereali
  4. Abbiamo sempre investito
  5. Mio figlio Michele ha preso in mano l'azienda
  6. Per noi produrre in modo biologico è stato naturale
  7. La sfida di coltivare anche il riso
  8. Con grande difficoltà, abbiamo acquisito nuovi terreni e stiamo riformulando il nostro sistema di rotazione delle colture
  9. Vorremmo introdurre anche mandorli e castagni
  10. L'azienda oggi: estensione e coltivazioni
  11. Negli anni '60 e '80, c'erano già degli orticoltori che coltivavano in modo naturale
  12. Del resto, gli agricoltori "convenzionali" non ti davano spazio
  13. L'essicatoio pubblico di Romentino
  14. L'agricoltura convenzionale si trova in un circolo vizioso
  15. La sfida della sostenibilità economica
  16. Coltivare riso in modo biologico è difficile ma non impossibile
  17. Le sperimentazioni in corso
  18. Vorremmo produrre riso per quanto riusciamo a venderne direttamente
  19. Un tempo i campi erano lunghi, stretti e circondati da filari (soprattutto di peri e ciliegi). Inoltre, c'era molta vegetazione spontanea
  20. Il paesaggio si è impoverito tantissimo. Anche insetti e uccelli sono diminuiti drasticamente
  21. Pare che, al di fuori del riso, non possa esistere altro. E gli agricoltori coltivano quello che dicono le ditte sementiere
  22. I cambiamenti climatici: siccità, freddo, grandine ed eventi metereologici estremi
  23. Le nostre strategie per mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici
  24. La nascita di Polyculturae e l'importanza di collaborare con l'università
  25. Chi compra da noi ha diverse motivazioni
  26. Quando mio padre faceva il contadino, il lavoro era molto faticoso
  27. Nel periodo della Resistenza, chi era fuggito lavorava i campi di notte
  28. Oggi, i vicini agricoltori ci guardano con maggior interesse
  29. La ricerca scientifica è fondamentale
  30. La nostra azienda è veramente "dulcamara"

Dati intervista

Informazioni geografiche

Nazione: IT

Regione: Piemonte

Frazione: Romentino (No)

Testimoni della memoria

Pacifico Aina

Anno: 1950
Città: Cerano (No)
Scuola: Università
Professione: Libero Professionista
Lingue parlate: italiano

Riferimenti e fonti

Scheda di: Annalisa D'Orsi
Video di: Annalisa D'Orsi, Luca Ghiardo
Creato il: 09-07-2024

Questo video fa parte del seguente archivio
Storie di riso

Storie di riso

Il cibo è una fondamentale risorsa per l’uomo e la sua salute, sia attraverso l’apporto di nutrienti, sia per la capacità di incarnare tratti della cultura umana che giocano un ruolo di primo piano per il nostro benessere.

Ogni territorio ha costruito nel tempo originali modalità attraverso le quali rapportarsi ai frutti della sua terra, arricchendoli di rituali, significati simbolici e consuetudini culinarie. Molta parte di queste relazioni è andata perduta in seguito agli anni del boom economico, con l’esodo dalle campagne verso i centri urbani, con l’avvento di un’agricoltura per la produzione di massa e da ultimo con la globalizzazione dei mercati e il conseguente impoverimento del patrimonio di biodiversità ed etnodiversità.

Scopo di questo archivio è raccogliere testimonianze relative al principale areale di produzione risicola in Europa, ovvero la Pianura Padana, e indagare, attraverso l’analisi di fonti testuali e testimonianze raccolte sul campo, sia ciò che sopravvive di tale patrimonio, sia i modi in cui si è evoluto ed è giunto a noi, prestando un’attenzione particolare ai nessi espliciti ed impliciti che legano cibo e salute.

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