Pacifico Aina
Cascina Dulcamara
Pacifico Aina, architetto, racconta la storia di Cascina Dulcamara, azienda agricola biologica fondata insieme alla moglie, la traduttrice Luisella Magnoni: le motivazioni delle loro scelte, la sfida della sostenibilità economica, la fatica di acquisire terra per poterla coltivare, il piacere di essere circondati da piante spontanee e animali selvatici. Nel tempo, l'azienda è passata dalla coltivazione di ortaggi alla frutticoltura (mele, noci, nocciole), fino all'integrazione dell'apicoltura e del riso.
Nel racconto di Pacifico emerge anche la storia dell'agricoltura biologica nel novarese, la trasformazione del paesaggio agrario e la grave desertificazione ambientale prodotta dalla monocoltura industriale del riso nel loro territorio. Lo sguardo portato nei confronti degli agricoltori convenzionali è, tuttavia, anche di comprensione per la difficile situazione economica in cui si trovano oggi, in un contesto in cui le sovvenzioni pubbliche sono soprattutto destinate alle industrie che vendono mezzi meccanici, sementi e prodotti agrochimici e chi coltiva direttamente la terra ha perso sapere e autonomia decisionale.
Cascina Dulcamara è fra le quattro aziende fondatrici di Polyculturae, associazione nata per favorire un'organica collaborazione con le università e la ricerca scientifica e offrire ai consumatori, con il marchio "Bioveritas", delle garanzie in materia di agroecologia e biodiversità, .
Indice del video
- Come siamo diventati agricoltori
- Dall'orticoltura alla frutticoltura
- Oggi l'azienda coltiva anche cereali
- Abbiamo sempre investito
- Mio figlio Michele ha preso in mano l'azienda
- Per noi produrre in modo biologico è stato naturale
- La sfida di coltivare anche il riso
- Con grande difficoltà, abbiamo acquisito nuovi terreni e stiamo riformulando il nostro sistema di rotazione delle colture
- Vorremmo introdurre anche mandorli e castagni
- L'azienda oggi: estensione e coltivazioni
- Negli anni '60 e '80, c'erano già degli orticoltori che coltivavano in modo naturale
- Del resto, gli agricoltori "convenzionali" non ti davano spazio
- L'essicatoio pubblico di Romentino
- L'agricoltura convenzionale si trova in un circolo vizioso
- La sfida della sostenibilità economica
- Coltivare riso in modo biologico è difficile ma non impossibile
- Le sperimentazioni in corso
- Vorremmo produrre riso per quanto riusciamo a venderne direttamente
- Un tempo i campi erano lunghi, stretti e circondati da filari (soprattutto di peri e ciliegi). Inoltre, c'era molta vegetazione spontanea
- Il paesaggio si è impoverito tantissimo. Anche insetti e uccelli sono diminuiti drasticamente
- Pare che, al di fuori del riso, non possa esistere altro. E gli agricoltori coltivano quello che dicono le ditte sementiere
- I cambiamenti climatici: siccità, freddo, grandine ed eventi metereologici estremi
- Le nostre strategie per mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici
- La nascita di Polyculturae e l'importanza di collaborare con l'università
- Chi compra da noi ha diverse motivazioni
- Quando mio padre faceva il contadino, il lavoro era molto faticoso
- Nel periodo della Resistenza, chi era fuggito lavorava i campi di notte
- Oggi, i vicini agricoltori ci guardano con maggior interesse
- La ricerca scientifica è fondamentale
- La nostra azienda è veramente "dulcamara"
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Piemonte
Frazione: Romentino (No)
Pacifico Aina
Anno: 1950
Città: Cerano (No)
Scuola: Università
Professione: Libero Professionista
Lingue parlate: italiano
Scheda di: Annalisa D'Orsi
Video di: Annalisa D'Orsi, Luca Ghiardo
Creato il: 09-07-2024
Questo video fa parte del seguente archivio
Storie di riso
Storie di riso
Il cibo è una fondamentale risorsa per l’uomo e la sua salute, sia attraverso l’apporto di nutrienti, sia per la capacità di incarnare tratti della cultura umana che giocano un ruolo di primo piano per il nostro benessere.
Ogni territorio ha costruito nel tempo originali modalità attraverso le quali rapportarsi ai frutti della sua terra, arricchendoli di rituali, significati simbolici e consuetudini culinarie. Molta parte di queste relazioni è andata perduta in seguito agli anni del boom economico, con l’esodo dalle campagne verso i centri urbani, con l’avvento di un’agricoltura per la produzione di massa e da ultimo con la globalizzazione dei mercati e il conseguente impoverimento del patrimonio di biodiversità ed etnodiversità.
Scopo di questo archivio è raccogliere testimonianze relative al principale areale di produzione risicola in Europa, ovvero la Pianura Padana, e indagare, attraverso l’analisi di fonti testuali e testimonianze raccolte sul campo, sia ciò che sopravvive di tale patrimonio, sia i modi in cui si è evoluto ed è giunto a noi, prestando un’attenzione particolare ai nessi espliciti ed impliciti che legano cibo e salute.