Granai della Memoria Granai della Memoria - The Granaries of Memory

Universita di Scienze Gastronomiche Slow Food


Giuseppe Goio

Coltivare riso biologico: il piacere di tornare a fare l'agricoltore.

Giuseppe Goio eredita dal padre l'azienda agricola che già era appartenuta al nonno. Negli anni Settanta il padre, volendo estendere la superficie coltivabile, acquistò dei terreni a Masserano, terra vergine di Baraggia, liberandoli dalla vegetazione e spianandoli per ricavare le camere di risaia. Giuseppe ricorda, se stesso, bambino di cinque anni già alla guida di un trattore.

La passione per l'agricoltura inizia a trovare un posto d'eccezione nel cuore di Giuseppe e a sostenere il suo lavoro anche nei momenti di difficoltà. Col passare degli anni infatti la sua piccola azienda agricola, diventa sempre meno competitiva rispetto alle grandi aziende della pianura e al risone importato che assottiglia sempre più i margini aziendali. Proprio l'urgenza di far quadrare i conti spinge Giuseppe a cercare alternative all'agricoltura "convenzionale" che aveva sempre praticato.

La fortuna gira, e proprio quando sembra che non vi sia una soluzione per i conti in rosso, Giuseppe inizia a sperimentare il metodo della pacciamatura verde per coltivare riso biologico. L'abbattimento dei costi ottenuto attraverso l'azzeramento delle spese per concimi e prodotti chimici unito alla riduzione del costo per carburanti e mezzi agricoli garantisce finalmente la sostenibilità economica tanto agognata. Giuseppe ritrova anche qualcosa che da anni oramai aveva perduto: il piacere d'essere un agricoltore, il piacere di stare a contatto con la terra, ascoltandola con tutti i sensi, un rapporto che lo arricchisce giorno dopo giorno.

Indice del video

  1. Le origini dell'azienda agricola nella selvaggia Baraggia di Masserano.
  2. Fin da piccolo mi sono appassionato all'agricoltura.
  3. Anni Novanta e l'uso della chimica: la malattia e la morte del padre nel 2000.
  4. I primi dubbi sul mio lavoro: la dipendenza dai tecnici e dai prodotti di sintesi, il calo di produzione, i primi tentativi di rotazione con la soia.
  5. La pessima annata del 2014 e la necessità di cambiare sistema, il metodo degli Stocchi.
  6. Rotazione e uso delle infestanti come sostanza organica e nutrimento.
  7. Il riso su pacciamatura verde, l'assenza di prodotti chimici e la piantumazione degli argini per ricostituire un ecosistema.
  8. Incoscienza e disperazione hanno governato il passaggio all'agricoltura biologica.
  9. Il convenzionale non favorisce la collaborazione invece nel biologico è fondamentale: il concetto di collettività.
  10. 600 ettari coltivati a riso biologico, tutte piccole aziende. Il bio e la sostenibilità economica.
  11. La rete d'impresa per collaborare nella vendita del prodotto finito e il Biodistretto.
  12. Il paesaggio, come è cambiato con la piantumazione, gli erbai, gli animali selvatici al posto della stoppia brulla.
  13. La struttura dei terreni che migliora di anno in anno offrendo terreni più produttivi e facili da lavorare.
  14. L'importanza della sensibilità e della capacità di osservare dell'agricoltore biologico.
  15. Il Rosa Marchetti, un seme che germina in fretta e si protegge bene dalle infestanti.
  16. Ho lo stesso seme da 6 anni: mi tengo le mie infestanti e non ho problemi di germinazione. Affrontare le infestanti autoctone.
  17. Ero un agricoltore che non toccava più la terra. Dopo la conversione al biologico mi sono pure fatto l'orto.
  18. La monocoltura meccanizzata non offre opportunità ai giovani.
  19. La Panissa vercellese.
  20. La fioritura del riso, un momento delicato.

Dati intervista

Informazioni geografiche

Nazione: IT

Regione: Piemonte

Città: Rovasenda

Testimoni della memoria

Giuseppe Goio

Data di nascita: 20-11-1968
Città: Gattinara
Scuola: Scuola superiore
Professione: Agricoltore
Lingue parlate: Italiano

Scheda di: Luca Ghiardo
Video di: Luca Ghiardo
Creato il: 01-06-2020

Questo video fa parte del seguente archivio
Storie di riso

Storie di riso

Il cibo è una fondamentale risorsa per l’uomo e la sua salute, sia attraverso l’apporto di nutrienti, sia per la capacità di incarnare tratti della cultura umana che giocano un ruolo di primo piano per il nostro benessere.

Ogni territorio ha costruito nel tempo originali modalità attraverso le quali rapportarsi ai frutti della sua terra, arricchendoli di rituali, significati simbolici e consuetudini culinarie. Molta parte di queste relazioni è andata perduta in seguito agli anni del boom economico, con l’esodo dalle campagne verso i centri urbani, con l’avvento di un’agricoltura per la produzione di massa e da ultimo con la globalizzazione dei mercati e il conseguente impoverimento del patrimonio di biodiversità ed etnodiversità.

Scopo di questo archivio è raccogliere testimonianze relative al principale areale di produzione risicola in Europa, ovvero la Pianura Padana, e indagare, attraverso l’analisi di fonti testuali e testimonianze raccolte sul campo, sia ciò che sopravvive di tale patrimonio, sia i modi in cui si è evoluto ed è giunto a noi, prestando un’attenzione particolare ai nessi espliciti ed impliciti che legano cibo e salute.

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