
Piermatteo Roulph
Il carnevale ritrovato
Dentro questo contesto socioculturale emerge una ricca tradizione enogastronomica sempre legata a territorio e ritualità. Il pane veniva fatto una volta l'anno; il forno apparteneva a tutta la comunità e annualmente veniva sorteggiata la famiglia che aveva il dovere di curarne l'accensione. Il legno utilizzato era di solo pino cembro, difatti nel territorio del comune di Pontechianale si erge la più grande foresta di questa conifera d'Europa, il Bosco dell'Alevè. Altro piatto tradizionale erano i bignè di sangue, delle frittelle fatte con il sangue del maiale consumate durante il periodo carnevalesco. Proprio durante il periodo del carnevale per le strade di Chianale faceva la sua comparsa "il lupo". Una persona, solitamente scelta tra quelle "più carismatiche" indossando una pelle di pecora, una maschera antigas proveniente da uno delle tanti presidi militari presenti in valle e alcuni campanelli sulle gambe portava scompiglio per il paese cercando di risvegliare le genti dal torpore invernale.
Nei ricordi giovanili di Piermatteo Roulph era proprio il lupo e le barbarie che lo accompagnavano a spaventarlo, terrorizzarlo quasi permettendosi di andare a molestare la madre, ciò che per lui era più sacro.
Il rito del carnevale così come il lupo che lo accompagnava si era poi perso negli anni ma per ricomparire nel 1999; è diverso il contesto sociale in cui si ritrovano, commenta Roulph, ma come il lupo vero che è tornato sulle Alpi è un lupo ritrovato, un lupo che con il suo passaggio risveglia l'inverno.
Indice del video
- Le origini della famiglia e Chianale
- Il legame tra Chianale e la Francia, migrazioni e commerci
- Libri antichi di filosofia in un paese di pastori
- Il pane cotto con legno di pino cembro
- La panificazione collettiva continuata sino agli anni '70
- Il mass, la zona dove si seminava la segale
- Il lupo e il carnevale: la paura e le barbuire
- Come si comportava il lupo: era un problema sociale
- I bignè di sangue di maiale: farina, patate e spezie
- Il vestito del lupo si modifica nel tempo: pelle di pecora, maschera antigas e i campanelli
- La maschera del lupo veniva indossata da chi aveva più carisma
- La differenza tra la festa di ieri e di oggi è il contesto sociale
- La vita in alta motagna oggi e la sua economia
- Le ravioles: farina, uova, patate
- I dunderun: una minestra antica
- La luna, gli scherzi e la panificazione
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Piemonte
Città: Pontechianale
Provincia: CN
Frazione: Chianale
Altitudine: 1800m s.l.m.
Piermatteo Roulph
Data di nascita: 31-07-1954
Città: Cuneo
Scuola: Scuola superiore
Professione: Impiegato
Lingue parlate: Italiano
Bibliografia:
Sitografia:
www.atlantefestepiemonte.it
Filmografia:
Il lupo che mangia l'inverno: un carnevale ritrovato, Pollenzo-Bra, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, 2013, video, durata 25' 49"
Scheda di: Luca Percivalle
Video di: Dario Leone
Creato il: 09-02-2013
Questo video fa parte del seguente archivio
Feste e cerimonie
Feste e cerimonie
L’archivio raccoglie l’esito delle ricerche condotte dal team dei Granai per approfondire temi antropologici inerenti al ciclo calendariale delle feste religiose, i mutamenti culturali avvenuti nel corso del tempo e le tradizioni che sono sopravvissute all’industrializzazione prima e alla globalizzazione dopo. Si indagano anche i fenomeni di etnogenesi che hanno visto nascere e rinascere, sulla spinta di pochi appassionati, tradizioni e feste dimenticate da decenni e reinventate secondo criteri filologici talvolta non del tutto fedeli alla storia. Archivio realizzato da Università di Scienze Gastronomiche, Università del Piemonte Orientale.