Attilio Di Sanza

I tartufi a San Pietro Avellana

Per Attilio Di Sanza, insegnante alimentare in pensione, il tartufo è musica: una felice osmosi sinestetica tra musica e cibo di cui Rossini era un grande amatore. Come in uno spartito musicale il tartufo è in perfetta armonia con le altre note naturali di San Pietro Avellana, in questa cittadina si evidenzia una tradizione piuttosto recente, così come la passione di Attilio recentemente nata dal regalo di un lagotto romagnolo. Il suo non è un “passatempo” fatto di semplici gesti e pratiche casuali, è necessario conoscere territorio e le piante che lo circondano, il resto lo fà l’esperienza; gli amici tartufai hanno dato il loro contributo insegnando il saper fare e le metodologie fondamentali.

Precedentemente il tartufo veniva confuso con una patata andata a male, oggi, dopo quasi 30 anni se ne riconosce il valore alimentare ed economico oltre che “magico”; oggi è diventata occasione per molti giovani del posto che si sono riversati su questo terreno fertile trasformando la passione per l’escursionismo in lavoro.

Il racconto mette in luce un aspetto importante: il tartufo è una scusa, il vero valore aggiunto è camminare in posti incontaminati lontani dai flussi frenetici della vita quotidiana immersi nel verde della natura e a contatto con animali.

Questo video fa parte del seguente archivio
The white truffle

The white truffle

The archive investigates white truffles, known for their taste and frivolous aspects, but not for their cultural characteristics which plasmed generations of truffle hunters. The research presents a substrate of knowledge documented through dozens of interviews: historical and anthropological elements, rituals and myths on this prized fungus, still considered nowadays a nocturnal mystery. The project was promoted by the University of Gastronomic Sciences, l’Athe National Association “Città del Tartufo”, the national centre for truffle research and the Cassa di Risparmio di Cuneo Foundation.

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