Granai della Memoria Granai della Memoria - The Granaries of Memory

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Giuseppe Brusasca

La vita in collina di ieri e di oggi: agricoltura, caccia, pesca e ricorrenze festive

Giuseppe Brusasca, classe 1934, caminese dalla nascita, racconta la vita degli agricoltori di collina dagli anni Trenta agli anni Cinquanta: «Era una vita faticosa e parecchio disagiata» e il guadagno era ristretto, ovvero quanto bastava per sopravvivere. Tuttavia, durante la guerra, coloro che possedevano un appezzamento di terreno avevano la fortuna di poter provvedere autonomamente al proprio sostentamento. Con la fine del Secondo Conflitto Mondiale, le colline monferrine assistettero allo spopolamento da parte dei giovani, che si trasferirono nelle grandi città, come Torino e Milano, in cerca di fortuna.

Giuseppe decise di restare e intraprendere la carriera di meccanico, che gli permise di avere un'attività ben avviata. Nel tempo libero, si dedicava alla caccia: Camino era una zona molto ricca dal punto di vista faunistico e si potevano avvistare lepri, fagiani, starne e quaglie. Oltre ad aver instaurato un rapporto speciale con il proprio cane, si incontrava con altri cacciatori. Purtroppo, però, dopo trentacinque anni di esercizio, fu costretto ad abbandonare questa passione, in quanto gli animali selvatici si erano ridotti notevolmente: «Oggi vedere una lepre è raro quanto vedere un elefante nella nostra zona». Ultimamente si caccia il cinghiale, ma, secondo l'intervistato, «è una caccia stupidotta: rischi di passare tutto l'anno senza sparare e senza vedere il selvatico».

A Camino si praticava anche la pesca fluviale, in quanto il Po forniva una grande quantità di specie ittiche. I pescatori si servivano di reti o fiocine, raramente di canne; alcuni usavano la bilancia, un particolare tipo di rete munita di manico, adatta alla pesca nell'acqua torbida o durante le piene. In primavera si cercavano soprattutto i barbi, pesci dalla carne piuttosto raffinata, mentre in inverno, quando il Po ghiacciava, si pescava nelle anse, poiché erano i punti meno freddi dove i pesci cercavano riparo. Il fiume era frequentato non solo da pescatori professionisti, ma anche da amatoriali, che giungevano di domenica.

Al tempo del lavoro si alternava quello festivo: Giuseppe ricorda le tre feste principali che venivano e tutt'ora vengono celebrate a Camino. La prima domenica di maggio si tiene il pellegrinaggio a Crea, evento dalla tradizione secolare. Si narra, infatti, che in tempi remoti una terribile maledizione si scagliò sul paese: diversi capifamiglia perirono. Gli abitanti, per scongiurare la disgrazia, fecero un voto, che salvò la popolazione dalla decimazione. Da allora, ogni anno i caminesi si recano a Crea per rinnovare la promessa fatta.

Altra ricorrenza è la festa di San Gottardo, santo importato da Villanova d'Asti per mezzo dei Marchesi Scarampi, al quale è dedicata la chiesa situata ai piedi del Castello. La celebrazione si tiene nella settimana del pellegrinaggio a Crea oppure in quella successiva e, un tempo, prevedeva il seguente programma: al mattino si officiava la messa, al pomeriggio il vespro e, a seguire, i confratelli della Confraternita di San Gottardo mettevano all'incanto le torte donate dalle donne del paese. Con il ricavato, si provvedeva alla manutenzione della chiesa. La festa patronale, invece, ricorre il 10 agosto, San Lorenzo, e dura tre giorni. Era un avvenimento importante, perché momento di ricongiunzione con i familiari, con i quali si condivideva il pranzo. Giuseppe ricorda che, quando era ragazzo, quasi nessuno aveva il frigorifero, quindi, per l'occasione, si comprava il ghiaccio, che veniva posto in un mastello insieme alla pula del grano per mantenere freschi gli alimenti. Nella piazza di Camino si organizzavano i balli, altro momento di aggregazione apprezzato dalla popolazione.

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Memorie di Piemonte

Memorie di Piemonte

L'archivio raccoglie interviste di testimoni della memoria piemontese. Le storie di vita narrate mettono in luce aspetti della storia culturale, sociale ed economica della regione. Particolare attenzione è stata riservata ai testimoni della Resistenza al fine di patrimonializzare la memoria di questo costitutivo momento dell'identità nazionale.Ricerca promossa dalla Regione Piemonte, dagli Istituti per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea (Asti, Alessandria, Cuneo, Novara e Verbano-Cusio-Ossola, Biella e Vercelli) e dalla Fondazione 'Nuto Revelli'.

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