
Gianfranco Quaglia
Un giornalista ci racconta la sua Novara
Gianfranco Quaglia, nato nel 1946 a Vespolate, è un giornalista de “La Stampa”. Attento conoscitore della città di Novara, della sua storia e delle abitudini dei suoi abitanti ci fa scoprire le origini di molte tradizioni novaresi.
A partire dal detto popolare “Nuara la bala”, che sottolinea una Novara che balla non a ritmo di musica ma da una parte all’altra del confine tra lo stato Sabaudo e gli austriaci emerge una città che è sempre stata sotto assedio. Una città che quindi ha da un lato una diffidenza iniziale nel conoscere “lo straniero” ma dall’altro lato guarda a Milano ed al nuovo con grande passione e curiosità.
Una città popolata da Piemontardi o Lombardesi, come direbbe lo scrittore Romolo Barisonzo, una città con un’identità più lombarda che piemontese.
Gianfranco Quaglia dopo aver abitato a Torino per 15 anni ritorna a Novara negli anni ’90 ritrovandola un po’ seduta sulle proprie glorie, ma oggi le cose vanno meglio. La vantaggiosa posizione geografica che la colloca come porta per l’Europa, poco distante da Milano, Genova e Torino la agevola nel superare la crisi economica insieme alle sue produzioni d’eccellenza. L’artigianato della piccola e media impresa, la grande moda che si appoggia sui piccoli laboratori tessili ancora esistenti sono due degli esempi della Novara che si sta rilanciando. Senza dimenticare l’agricoltura, con la risicoltura in particolare, che continua ad essere un fiore all’occhiello dell’economia novarese, dopo aver permesso con le sue risorse economiche la nascita della Banca Popolare di Novara e la conseguente industrializzazione del territorio.
Il riso la fa da padrone anche in cucina, il piatto per antonomasia della cucina novarese è la paniscia sempre accompagnata, come dice il proverbio “Il riso nasce nell’acqua e muore nel vino”, da un buon bicchiere di barbera o di vino dei colli novaresi. La paniscia ci racconta Quaglia è un piatto povero ma ricco di calorie, utile per affrontare il duro lavoro nei campi. Il nome paniscia ha origine medioevale e deriva da panìco (Setaria Italica), una pianta della famiglia delle graminacee molto simile al miglio, oggi usata come mangime per gli animali ma un tempo consumata dalla popolazione.
Novara, conclude Quaglia, è una città molto vivibile che ha il grande pregio di “farti prendere una decisione dopo averti lasciato riflettere.
A partire dal detto popolare “Nuara la bala”, che sottolinea una Novara che balla non a ritmo di musica ma da una parte all’altra del confine tra lo stato Sabaudo e gli austriaci emerge una città che è sempre stata sotto assedio. Una città che quindi ha da un lato una diffidenza iniziale nel conoscere “lo straniero” ma dall’altro lato guarda a Milano ed al nuovo con grande passione e curiosità.
Una città popolata da Piemontardi o Lombardesi, come direbbe lo scrittore Romolo Barisonzo, una città con un’identità più lombarda che piemontese.
Gianfranco Quaglia dopo aver abitato a Torino per 15 anni ritorna a Novara negli anni ’90 ritrovandola un po’ seduta sulle proprie glorie, ma oggi le cose vanno meglio. La vantaggiosa posizione geografica che la colloca come porta per l’Europa, poco distante da Milano, Genova e Torino la agevola nel superare la crisi economica insieme alle sue produzioni d’eccellenza. L’artigianato della piccola e media impresa, la grande moda che si appoggia sui piccoli laboratori tessili ancora esistenti sono due degli esempi della Novara che si sta rilanciando. Senza dimenticare l’agricoltura, con la risicoltura in particolare, che continua ad essere un fiore all’occhiello dell’economia novarese, dopo aver permesso con le sue risorse economiche la nascita della Banca Popolare di Novara e la conseguente industrializzazione del territorio.
Il riso la fa da padrone anche in cucina, il piatto per antonomasia della cucina novarese è la paniscia sempre accompagnata, come dice il proverbio “Il riso nasce nell’acqua e muore nel vino”, da un buon bicchiere di barbera o di vino dei colli novaresi. La paniscia ci racconta Quaglia è un piatto povero ma ricco di calorie, utile per affrontare il duro lavoro nei campi. Il nome paniscia ha origine medioevale e deriva da panìco (Setaria Italica), una pianta della famiglia delle graminacee molto simile al miglio, oggi usata come mangime per gli animali ma un tempo consumata dalla popolazione.
Novara, conclude Quaglia, è una città molto vivibile che ha il grande pregio di “farti prendere una decisione dopo averti lasciato riflettere.
Indice del video
- Presentazione
- Lavoro come giornalista
- Novaresi piemontardi o lombardesi
- Nuara la bala, città storicamente sotto assedio
- Le 4 domande del novarese diffidente
- Novara aperta oltre il fiume Ticino
- Motto fascista: Novara fa da sé
- Novara porta d'Europa per la sua collocazione geografica strategica
- Novara città con molti militari
- Cambiamenti di Novara dopo 15 anni trascorsi a Torino
- Eccellenze di Novara: la Banca Popolare di Novara nata grazie al mondo agricolo
- Centro storico di Novara
- Festa di San Gaudenzio, festa della Diocesi di Novara
- Miracolo di San Gaudenzio
- I marunat
- Il grigio come colore di Novara
- Profumo dei Biscottini di Novara
- Il riso e la paniscia
- La cucina novarese: paniscia, salame dla duja, fidighina e rane
- Vini novaresi
- Origine della paniscia: panìco
- Sandro Bermani, sindaco poeta simbolo della novaresità
- Novara: città che ti fa prendere una decisione facendoti prima pensare
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Piemonte
Città: Novara
Provincia: NO
Altitudine: 162m s.l.m.
Gianfranco Quaglia
Anno: 1946
Città: Vespolate
Scuola: Università
Professione: Altro
Lingue parlate: Italiano, dialetto novarese
Scheda di: Luca Percivalle
Video di: Luca Percivalle
Creato il: 22-12-2010