
Giovanni "Giuanin" Pansarasa
Agricoltura tradizionale nella Baraggia biellese.
Giovanni Pansarasa, detto Giuanin, è un agricoltore ultraottantenne, che proseguendo l'opera dei genitori, ha contribuito a trasformare le dure e avare terre della Baraggia biellese in piccole camere di risaia. Fin da bambino ha conosciuto l'asperazza della vita contadina, a dodici anni iniziò arando i terreni per conto terzi con l'ausilio dei cavalli continuando ad aiutare la famiglia con la mungitura e altri lavori di fatica. Testimone di un'agricoltura tradizionale che integra l'allevamento di bovini con la coltura del riso, ha fornito alla famiglia degli Stocchi di Rovasenda, precursori della coltura biologica del riso, alcune fondamentali nozioni per formulare il metodo della "pacciamatura verde". Giovanni è una vera e propria memoria storica del suo territorio, profondo conoscitore delle risorse naturali e delle tradizioni ad esse connesse, racconta con passione il suo mondo. Una narrazione che a chi suona non solo come testimonianza del passato ma, per le orecchie più sensibili, si propone come monito per le generazioni future.
Indice del video
- Agricoltore da sempre.
- Il mio primo lavoro: arare i campi con i cavalli.
- Non avevo tempo per studiare allora ho iniziato a lavorare le risaie con i cavalli.
- Le mucche in cascina.
- I primi clienti che compravano latte per fare il Gorgonzola.
- Pulire e salare le forme dei formaggi.
- L'incremento della superficie coltivata e le varietà di riso.
- Il taglio del riso: manodopera e cavoli in cambio di riso.
- Vivere d'inverno: cavoli e maiale, accudire gli animali.
- Lavorare la terra in Baraggia.
- Spazzole con le radici delle piante.
- Gli essicatoi per il riso a carbone.
- Le piccole piane in Baraggia e la difficoltà di coltivare il riso in Baraggia.
- Grazie al letame delle mucche abbiamo potuto coltivare il riso in Baraggia. Un terreno altrimenti buono solo per fare mattoni.
- I "maghi della Baraggia": i buoi!
- L'aratro giusto per arare in Baraggia.
- Quando sono arrivate le ruspe: piane più grandi, come in pianura.
- Allargando le piane hanno abbattuto tutti gli alberi.
- La monda e il personale: mangiavano minestrone e solo la domenica carne. "Patate carote e andare avanti".
- La cascina senza i braccianti agricoli è diventata un deserto!
- La Seconda Guerra Mondiale tra le risaie.
- I mazzetti: due donne davanti prima del raccolto.
- La benedizione dei trattori e dei cavalli per S. Antonio.
- La panissa per S. Antonio e in casa.
- Il risotto, l'importanza di un buon brodo.
- Il vino faceva male se non si mangiava anche un bel piatto di riso.
- Mangio sempre riso, ora con la toma e gorgonzola.
- Mia figlia vuole sempre pasta. Io voglio il risotto!
- La toma della Val Sesia.
- La rotazione dei terreni per coltivare il riso.
- Venti quintali per giornata.
- L'uso del letame in risaia.
- L'importanza di conoscere la propria terra.
- A scuola dal signor Marchetti, padre del Rosa Marchetti.
- Seminate il prato! Il consiglio agli Stocchi per non usare chimica di sintesi.
- La cura delle vacche: parti e mastiti.
- I capponi li facevamo noi.
- Il fiore del riso, gli incroci, il freddo durante la fioritura.
- La brina e la grandine: una devasta tutto l'altra ti lascia qualcosa.
- L'agricoltura di un tempo non consentiva la monocoltura: bisognava diversificare per campare.
- La gazza "gavassera", il colombo favass, il corvo.
- Le nutrie sono arrivate quando ero già vecchio.
- Allevare i colombi. Mio padre era un maestro.
- La strana coppia: arare con un cavallo e una mucca!
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Piemonte
Città: Rovasenda
Giovanni Pansarasa
Anno: 1933
Città: Rovasenda
Scuola: Medie
Professione: Agricoltore
Lingue parlate: Italiano
Scheda di: Luca Ghiardo
Video di: Luca Ghiardo
Creato il: 07-05-2021
Questo video fa parte del seguente archivio
Storie di riso
Storie di riso
Il cibo è una fondamentale risorsa per l’uomo e la sua salute, sia attraverso l’apporto di nutrienti, sia per la capacità di incarnare tratti della cultura umana che giocano un ruolo di primo piano per il nostro benessere.
Ogni territorio ha costruito nel tempo originali modalità attraverso le quali rapportarsi ai frutti della sua terra, arricchendoli di rituali, significati simbolici e consuetudini culinarie. Molta parte di queste relazioni è andata perduta in seguito agli anni del boom economico, con l’esodo dalle campagne verso i centri urbani, con l’avvento di un’agricoltura per la produzione di massa e da ultimo con la globalizzazione dei mercati e il conseguente impoverimento del patrimonio di biodiversità ed etnodiversità.
Scopo di questo archivio è raccogliere testimonianze relative al principale areale di produzione risicola in Europa, ovvero la Pianura Padana, e indagare, attraverso l’analisi di fonti testuali e testimonianze raccolte sul campo, sia ciò che sopravvive di tale patrimonio, sia i modi in cui si è evoluto ed è giunto a noi, prestando un’attenzione particolare ai nessi espliciti ed impliciti che legano cibo e salute.