

Storie di riso
Il cibo è una fondamentale risorsa per l’uomo e la sua salute, sia attraverso l’apporto di nutrienti, sia per la capacità di incarnare tratti della cultura umana che giocano un ruolo di primo piano per il nostro benessere.
Ogni territorio ha costruito nel tempo originali modalità attraverso le quali rapportarsi ai frutti della sua terra, arricchendoli di rituali, significati simbolici e consuetudini culinarie. Molta parte di queste relazioni è andata perduta in seguito agli anni del boom economico, con l’esodo dalle campagne verso i centri urbani, con l’avvento di un’agricoltura per la produzione di massa e da ultimo con la globalizzazione dei mercati e il conseguente impoverimento del patrimonio di biodiversità ed etnodiversità.
Scopo di questo archivio è raccogliere testimonianze relative al principale areale di produzione risicola in Europa, ovvero la Pianura Padana, e indagare, attraverso l’analisi di fonti testuali e testimonianze raccolte sul campo, sia ciò che sopravvive di tale patrimonio, sia i modi in cui si è evoluto ed è giunto a noi, prestando un’attenzione particolare ai nessi espliciti ed impliciti che legano cibo e salute.

Maurizio Tabacchi
Mettere insieme pratica e ricerca. La transizione della risicoltura italiana verso una maggiore sostenibilità
Agronomo, figlio di risicoltori nonché titolare di un dottorato di ricerca in "Difesa biologica e integrata del riso", Maurizio Tabacchi è tornato, nel 2009, a occuparsi direttamente della propria azienda agricola dopo un percorso importante di ricerca presso l'Ente Nazionale Risi.
L'intervista propone una riflessione articolata sulla risicoltura biologica e sulla sostenibilità nel mondo del riso. Parte attiva e al tempo stesso osservatore privilegiato, Maurizio racconta l'evoluzione del comparto risicolo nel corso degli ultimi decenni dal punto di vista della transizione verso pratiche ecosostenibili, soffermandosi sulle numerose sfide che andrebbero affrontate a breve e medio termine.
Basata su una visione molto più ampia e profonda di protezione del suolo e rispetto della biodiversità, la risicoltura biologica è, nelle condizioni attuali, difficilmente praticabile su ampia scala. D'altro canto, la risicoltura definita sostenibile, pur offrendo chiaramente minori vantaggi sul piano ambientale, potrebbe permettere di ottenere un impatto rapido su vaste estensioni di territorio.
A partire dagli anni Sessanta, Maurizio racconta l'emergere di una visione fra i risicoltori che considerava la vegetazione sugli argini e nei canali come "il nemico". A oggi, mentre la necessità di ridurre l'impiego di fitofarmaci nei campi è stata recepita ("si fa molto di più di quanto recepisca il consumatore") e le aziende agricole iniziano a lavorare per ridurre le emissioni climalteranti, esiste ancora una scarsa comprensione dell'importanza della biodiversità per il territorio. Del resto, occorrerebbe anche valorizzare maggiormente la sostenibilità sociale delle aziende agricole, una dimensione che rimane tuttora ampiamente trascurata sul piano normativo.
L'intervista si sofferma sulle ragioni del ritardo della ricerca pubblica in agricoltura biologica ("un gap di 15-20 anni", in particolare sul piano della meccanizzazione e dell'agricoltura di precisione), sullo sviluppo di protocolli condivisi di certificazione di sostenibilità da parte delle aziende private ("i dati c'erano, ma non c'era nessuno che li mettesse insieme") e sui bisogni di ricerca attuali.
In Italia, si fa molta ricerca di qualità, occorrerebbe tuttavia mettere insieme tutte le informazioni ottenute in una visione complessiva e riuscire a trasferire queste conoscenze agli agricoltori e ai consumatori ("esiste troppa distanza fra mondo della ricerca, sistema produttivo e cittadini"). Inoltre, man mano che la chimica assume un'importanza minore in agricoltura (per limitarne gli impatti negativi sull'ecosistema), la genetica dovrebbe compensare sviluppando varietà risicole più resilienti dal punto di vista climatico e più resistenti a malattie e parassiti.
La ricerca genetica, sottolinea Maurizio, non dovrebbe spaventare. Non implica necessariamente lo sviluppo di OGM (settore in cui "il bilancio costi-benefici è assolutamente negativo"). Si tratta invece di conoscere maggiormente il genoma delle piante allo scopo di trasferire le proprietà più utili alle varietà coltivate attraverso pratiche di ibridazione e selezione (genetica classica). In questo ambito, la ricerca dovrebbe innanzitutto puntare a sviluppare varietà risicole che permettano una costanza di rendimento a fronte di condizioni climatiche difficili. Mentre perseguire principalmente la produttività pare, infatti, una strategia pericolosa in caso di eventi climatici difficili, aumentare la produttività in maniera sostenibile rimane un obiettivo importante della ricerca (che puo' anche permettere di liberare spazi importanti per la biodiversità).
Maurizio Tabacchi esprime una riflessione forte sull'importanza del ruolo del consumatore e sulla necessità di sviluppare, gradualmente, un sistema in grado di sostenere la risicoltura biologica e sostenibile. Una visione sistemica dovrebbe del resto guidare anche i finanziamenti in agricoltura, che se non sono costruiti con una logica a medio e lungo termine e sulla base di una strategia territoriale, possono risultare poco efficaci o addirittura negativi.
L'ultima parte dell'intervista è dedicata alla storia del recupero del "gigante Vercelli", varietà con buone risposte in cucina e un'incredibile resistenza al brusone che consente al risicoltore di affrancarsi completamente dall'uso dei fungicidi (sulla storia del gigante Vercelli e la creazione, nel 2018, del presidio Slow food, si veda anche l'intervista di Maurizio Tabacchi realizzata da Luca Ghiardo nel 2018, in questo sito). Per concludere, Maurizio racconta la propria azienda agricola: l'attenzione alle scelte varietali, l'alternanza di tipologie di coltivazione diverse e il ricorso all'agricoltura di precisione che consente di ottenere vantaggi importanti sul piano produttivo, economico e ambientale, a condizione di possedere una conoscenza approfondita dell'agronomia e della fisiologia delle piante.
Indice del video
- Il mio percorso nel mondo del riso
- Pregi e limiti della risicoltura biologica e la sfida di una sostenibilità a scala più ampia
- Il ritardo della ricerca pubblica nella risicoltura biologica è un dato di fatto. Le cause
- Il problema del falso riso biologico
- La volontà del risicoltore biologico non basta più. Serve un sistema che ne assicuri la sostenibilità economica, in grado anche di valorizzare le ricadute positive sul territorio e sulla biodiversità
- Le ricerche intraprese da Ente Risi sulla risicoltura biologica agli inizi degli anni Duemila non hanno avuto continuità. Abbiamo un gap di almeno 15 anni da recuperare
- Fattori che rendono la risicoltura biologica economicamente più sostenibile in alcune realtà
- La visione del mondo in agricoltura sta cambiando. Fare agricoltura biologica significa pensare di poter contribuire in modo più forte a questo cambiamento
- Sulla sostenibilità ambientale in risicoltura. Si è già fatto molto, più di quello che il consumatore percepisce. Ma il risicoltore continua, spesso, a non comprendere l'importanza della biodiversità per il territorio
- La dimensione economica della sostenibilità
- La dimensione sociale della sostenibilità
- La risicoltura convenzionale puo' essere coadiuvata da metodologie di controllo e monitoraggio che permettono di ristabilire un rapporto più stretto con il territorio e ottimizzare i vantaggi ambientali
- Sugli standard di sostenibilità definiti dall'industria
- Sulla percezione della biodiversità come nemico: da una preoccupazione per la sostenibilità economica dell'azienda a una generalizzazione spinta
- L'interesse di un approccio di tutela della biodiversità per areali. Finanziare interventi puntiformi in tante aziende agricole si è rivelato, spesso, poco efficace
- Gli agro-ecologi sono stati degli straordinari pionieri ma i cambiamenti importanti necessitano tempo e dialogo
- I finanziamenti in agricoltura andrebbero costruiti in maniera più mirata e con una visione a medio-lungo termine, altrimenti rischiano di essere dannosi
- L'importanza della ricerca in ambito genetico
- In Italia, si fa dell'ottima ricerca. Mancano tuttavia persone che mettano insieme i dati in una visione complessiva e trasferiscano le conoscenze ottenute agli agricoltori e ai consumatori
- Il cambiamento climatico è forse la questione più importante che, in questo momento, la genetica deve affrontare. La sfida è garantire una costanza di rendimento a fronte di situazioni climatiche difficili
- Un'alta produttività è comunque molto importante. Diventa negativa solo se ottenuta in maniera non sostenibile
- Il recupero del riso gigante Vercelli. Storia, difficoltà, vantaggi
- La nascita, nel 2018, del presidio Slow Food e la decisione d'intraprendere una ricerca genetica classica per trasferire la resistenza al brusone del gigante Vercelli ad altre varietà di riso
- Nella mia azienda, sto cercando di mettere a frutto tutte le mie esperienze di ricerca
- L'agricoltura di precisione è estremamente utile ma devi conoscere l'agronomia e la fisiologia delle piante
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Piemonte
Città: Vercelli
Frazione: Cascina Vercellina
Maurizio Tabacchi
Anno: 1969
Città: Vercelli
Scuola: Università
Professione: Agricoltore
Lingue parlate: italiano
Scheda di: Annalisa D'Orsi
Video di: Annalisa D'Orsi, Luca Ghiardo
Creato il: 17-12-2024