
Giuseppe Porporato
Volvera tra passato e presente
Racconta la propria autobiografia a partire dai ricordi d’infanzia, i giochi con gli altri bambini di Volvera; il periodo delle scuole elementari dal 1954 alò 1959 all’interno di un edificio scolastico che ora non c’è più. Nel 1959 viene inviato a Giaveno per studiare da prete presso il seminario diocesano. Dopo i 5 anni a Giaveno trascorre 5 anni al seminario di Rivoli, fino al 1969: è un periodo di forte crescita culturale ma in questo modo perde tutta l’adolescenza con i propri compagni. Rievoca il
grande fermento degli anni ’60, i grandi personaggi che hanno segnato la storia di quegli anni, ricorda don Milani. Sottolinea come le grandi trasformazioni di quegli anni si manifestassero dapprima nelle grandi città e solo successivamente nei piccoli centri come era Volvera (“qui era il piattume più nero”). Evidenzia come il momento della Resistenza sia stato lungamente rimosso. Rientrato dal Seminario riannoda i legami con la comunità locale attraverso l’esperienza dell’ACLI.
Il “battesimo di fuoco” sarà la battaglia contro la nascita di una sorta di “baraccopoli” ove ora sorgono le case popolari e la successiva nascita della locale sezione comunista. I cattolici di sinistra, cui Giuseppe Porporato apparteneva, cercavano di dialogare con la sinistra locale, cosa giudicata disdicevole dalla comunità dei “benpensanti”.
La “deflagrazione” di queste tensioni si ha nel 1975 con l’occupazione delle case popolari di cui ricostruisce il contesto e l’articolata vicenda.
Nel sentire comune Volvera era una cosa, le case popolari un’altra.
Il forte incremento della popolazione, caratterizzate da famiglie giovani con figli, nel 1975 comportò il raddoppio della popolazione scolastica: le strutture erano inadeguate e fu necessario attivare i doppi turni (lezioni al pomeriggio); si cercò di
Il “battesimo di fuoco” sarà la battaglia contro la nascita di una sorta di “baraccopoli” ove ora sorgono le case popolari e la successiva nascita della locale sezione comunista. I cattolici di sinistra, cui Giuseppe Porporato apparteneva, cercavano di dialogare con la sinistra locale, cosa giudicata disdicevole dalla comunità dei “benpensanti”.
La “deflagrazione” di queste tensioni si ha nel 1975 con l’occupazione delle case popolari di cui ricostruisce il contesto e l’articolata vicenda.
Nel sentire comune Volvera era una cosa, le case popolari un’altra.
Il forte incremento della popolazione, caratterizzate da famiglie giovani con figli, nel 1975 comportò il raddoppio della popolazione scolastica: le strutture erano inadeguate e fu necessario attivare i doppi turni (lezioni al pomeriggio); si cercò di
evitare nella composizione delle classi la creazione di “classi-ghetto”. Con la costruzione del nuovo edificio scolastico di via Garibaldi si divise il paese in zone, questo creò tensioni e difficoltà, Porporato racconta l’impegno suo e dei suoi colleghi per superarle.
Indice del video
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Piemonte
Città: Volvera
Provincia: TO
Altitudine: 251m s.l.m.
Giuseppe Porporato
Anno: 1948
Città: Volvera
Scuola: Scuola superiore
Professione: Professore/Insegnate
Lingue parlate: Italiano
Scheda di: Davide Porporato
Video di: Luca Percivalle
Creato il: 15-07-2008